Le parole sono come la Forma dell’Acqua.
Il suo primo romanzo.
Il debutto del commissario Montalbano davanti al mondo.
Possono cambiare il corso delle cose, possono uccidere, possono scivolare come l’acqua sul marmo, possono rimbalzare come proiettili di gomma.
Possono essere più rotonde o più piatte, più spigolose o più pacifiche.
Eppure sono importanti, importantissime.
Segnano la storia.
E le parole che ci hanno accompagnato per oltre un ventennio con Andrea Camilleri hanno cambiato la letteratura italiana.
Sono state un’altissima forma di sperimentazione letteraria.
Irripetibile.
Che ha aperto la strada a innumerevoli imitatori.
Ci mancherà la sua voce calda, arrochita dalle troppe sigarette, accompagnata da quell’accento indimenticabile della Sicilia bella.
Quella che non ha mai abbassato la testa.
Quella che ha raccontato a tutti una storia di dolore e di malinconia.
Quella che ci ha fatto ridere con l’ironia indimenticabile di alcuni personaggi.
Camilleri non mancherà solo ai suoi lettori affezionati.
Quelli che hanno incolonnato gelosamente nella biblioteca di casa le eleganti rilegature della Sellerio.
E ogni tanto se le rivanno a guardare per vedere se non manca qualche volumetto.
Perché si sa, ci sono alcuni libri che si possono prestare, ma quelli del cuore no.
Quelli di Camilleri mai.
Ma il grande scrittore mancherà all’Italia.
Perché questo paese che ha abbassato il suo tasso di senso critico perde una voce fuori dal coro.
Un maestro di umanità e bellezza, di rabbia e di pedagogia.
Grazie Andrea, Vigata ormai è il luogo dell’anima di ciascuno di noi.
Ci torneremo tutti.
A leggere e rileggere quelle pagine.
A impararle a memoria.
Come un debito di riconoscenza a chi ha cambiato la nostra vita.